'Unstable' scatena Rob Lowe in una commedia Netflix poco ispirata tra padre e figlio
Le origini della serie sono nate dal fatto che il giovane Lowe trollava il suo famoso padre sui social media, spingendo i produttori (tra cui Rob Lowe) a cercare una vetrina per sfruttare questa dinamica. Il risultato, non troppo originale, è che l'anziano Lowe interpreta Ellis Dragon, un ricco imprenditore di biotecnologie che, dopo la morte della moglie, passa da "eccentrico" a "fuori di testa".
Preoccupati che il comportamento di Ellis possa mettere a repentaglio l'azienda, i dirigenti della società - guidati dall'abbottonata direttrice finanziaria Anna (Sian Clifford) - arruolano il figlio, Jackson, perché venga a lavorare per lui, sperando che il ragazzo abbia un'influenza stabilizzante (da cui il titolo). Tuttavia, Jackson si è messo in proprio per un motivo ben preciso, cercando di sfuggire alla pesante ombra del padre.
Sviluppata da Victor Fresco (sceneggiatore veterano di sitcom tra cui "Santa Clarita Diet" e "Andy Richter Controls the Universe"), una volta superata la parte familiare della premessa, "Unstable" diventa una sorta di variante di "30 Rock", con un sacco di talenti stravaganti che devono essere coccolati per far funzionare il posto.
La dinamica include quasi subito un triangolo romantico costruito intorno a Jackson, che attira l'attenzione di due geniali operatrici di laboratorio, Ruby (Emma Ferreira) e Luna (Rachel Marsh), la prima che si dichiara interessata a lui, la seconda che si nasconde timidamente dietro i suoi occhiali e un fidanzato che in realtà non le piace poi così tanto.
C'è una certa dolcezza, anche se un po' troppo familiare, in queste situazioni, ma al di là dell'ovvio vantaggio di permettere a Lowe di dare libero sfogo al suo lato più sciocco (vedi i film di "Austin Powers"), la serie sconfina nel territorio dei cartoni animati con i membri del consiglio di amministrazione che vogliono detronizzare Ellis e un terapeuta (Fred Armisen) che viene risucchiato nella sua orbita stravagante.
Certo, c'è qualcosa da dire per una commedia che non aspira a molto di più che essere divertente, e mentre John Owen Lowe (già apparso con il padre nella serie A&E unscripted "The Lowe Files") regge bene il confronto con le battute, questo non è certo il primo esempio di una produzione hollywoodiana motivata da basi da prendere al volo.
In questo contesto, "Unstable" non è male, ma la "un" che più viene in mente è in realtà "necessaria".
"Unstable" debutta il 30 marzo su Netflix.
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Fonte: edition.cnn.com