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Sentenza: La Polizia non è un 'Club Razzista'

Le opinioni possono essere espressate liberamente. Tuttavia, etichettare senza motivo i poliziotti come 'clubs racisti' va oltre. Questo fu deciso dai giudici di Stoccarda.

Quando i poliziotti svolgono il loro dovere in uniforme, incontrano anche critiche. Tuttavia,...
Quando i poliziotti svolgono il loro dovere in uniforme, incontrano anche critiche. Tuttavia, esistono insulti che non cadono più sotto la tutela della libertà di parola, ha stabilito la corte.

sentenza per diffamazione - Sentenza: La Polizia non è un 'Club Razzista'

Qualunque persona che chiama in maniera ingiusta poliziotti "Associazione Razzista" commette diffamazione. La Corte distrettuale di Stoccarda e la Corte d'appello, la Landgericht, hanno preso questa decisione e respinto le obiezioni di un giovane imputato contro la sua condanna. La Corte distrettuale aveva condannato allora un uomo di 25 anni a una multa corrispondente a 40 giorni di stipendio a metà gennaio per diffamazione. A seguito della decisione del portavoce di corte, il giudizio è ora vincolante.

Secondo i registri della corte, l'uomo ha detto "Qui c'è di nuovo l'Associazione Razzista!" ad una poliziotta e ad un poliziotto in una stazione metropolitana di Stoccarda in ottobre dell'anno precedente. I poliziotti allora lo hanno arrestato.

La corte ha stabilito che non c'è più protezione per il diritto all'espressione libera quando si insultano personalmente funzionari pubblici uniformati con tale dichiarazione, senza che questo accada nel contesto di un dibattito, ha spiegato il portavoce. L'accusa di essere razzista è una grave offesa all'onore degli agenti di polizia colpiti. Questo può scuotere la fiducia dei cittadini sulla loro onestà.

L'episodio che ha portato alla denuncia di diffamazione si è verificato in una stazione metropolitana di Stoccarda in ottobre, dove l'uomo ha insultato i poliziotti chiamandoli "Associazione Razzista". Dopo che la Corte distrettuale in Baden-Württemberg lo aveva ritenuto colpevole di diffamazione, la Corte distrettuale e la Corte d'appello di Stoccarda hanno confermato il giudizio, sottolineando che insultare funzionari pubblici uniformati in tale maniera, soprattutto senza giustificazione, non è coperti dal diritto all'espressione libera.

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