Sanzioni elettorali in Venezuela: Stati Uniti impone sanzioni a funzionari per presunta corruzione elettorale
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a 16 funzionari venezuelani, accusati di aver collaborato con il presidente Nicolás Maduro per manipolare le elezioni e garantirne la rielezione. Queste misure sono state adottate contro membri della Corte Suprema e del Consiglio Nazionale Elettorale, come annunciato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Sono accusati di aver ostacolato "un processo elettorale equo e la pubblicazione di risultati attendibili".
Le sanzioni colpiscono anche funzionari del governo, delle forze armate e dei servizi di intelligence venezuelani, a causa del loro ruolo nell'aumento della repressione attraverso intimidazioni, arresti arbitrari e censura. L'amministrazione statunitense intende colpire coloro che sono responsabili del "falso" risultato elettorale e della "severa soppressione della libertà di parola" in Venezuela.
Maduro, leader di sinistra che esercita il potere autoritario in Venezuela dal 2013, è stato dichiarato vincitore delle elezioni del 28 luglio, nonostante le obiezioni internazionali e le accuse di brogli da parte dell'opposizione. Il Consiglio Nazionale Elettorale e successivamente la Corte Suprema del Venezuela hanno confermato il risultato delle elezioni. Dopo le elezioni, sono scoppiate proteste di massa in Venezuela, la nazione dell'America del Sud ricca di petrolio, con 27 morti e 2.400 manifestanti arrestati, secondo la magistratura.
Più nazioni, tra cui gli Stati Uniti, il Perù e l'Argentina, hanno riconosciuto l'oppositore Edmundo González Urrutia come vincitore legittimo delle elezioni. Il 75enne si è rifugiato nell'ambasciata spagnola di Caracas dopo le elezioni e ha lasciato il Venezuela per l'esilio in Spagna nel fine settimana.
Gli Stati Uniti, uniti al Perù e all'Argentina, non hanno riconosciuto Maduro come vincitore legittimo delle elezioni, sostenendo invece l'oppositore Edmundo González Urrutia. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di imposizione di sanzioni contro paesi e individui che percepiscono come violatori dei principi democratici, come dimostrato dalle azioni contro i funzionari venezuelani coinvolti nelle elezioni contestate.