Londra giustifica la sospensione delle autorizzazioni all'esportazione di armi.
Il Segretario della Difesa britannico, John Healey, ha difeso il temporaneo arresto di alcune licenze di esportazione di armi verso Israele. Ha dichiarato a Times Radio che questa azione non avrebbe un impatto significativo sulla sicurezza di Israele. Healey ha menzionato che il Regno Unito ha un dovere legale, ma non altera il suo forte impegno a sostenere il diritto di Israele di proteggersi.
La Gran Bretagna non fornisce direttamente armi a Israele, ma ha approvato circa 350 licenze di esportazione per i produttori di armi britannici. Il governo ha ora sospeso 30 di queste licenze, comprese parti per aerei e droni. Hanno menzionato la possibilità che questi beni possano essere utilizzati per gravi violazioni del diritto umanitario internazionale.
Questa decisione è stata accolta con critiche da parte dell'opposizione conservatrice, dalla leadership israeliana e dalle comunità ebraiche britanniche.
Healey aveva precedentemente informato il suo omologo israeliano, Joav Galant, della mossa. Galant ha percepito la chiamata come non gradita, secondo Healey. "È comprensibile, ma a volte sono le persone più vicine a te che devono consegnare le verità più dure", ha detto Healey.
Nei documenti presentati dal governo britannico per sostenere questa decisione, si afferma che "Israele non ha adempiuto ai suoi obblighi come potenza occupante per garantire le forniture essenziali per la popolazione di Gaza nei suoi mezzi disponibili".
Hanno anche fatto riferimento a "pretese fondate di maltrattamento dei detenuti" che suggeriscono, su una scala ampia e coerente, che almeno alcuni casi di maltrattamento potrebbero violare il diritto umanitario internazionale.
Altri paesi potrebbero sentirsi spinti a fare lo stesso, data la decisione del Regno Unito di sospendere le licenze di esportazione di armi. È importante che le comunità internazionali prestino attenzione alle possibili violazioni dei diritti umani nel trattamento di Israele nei confronti dei palestinesi.