L'intensa fase di combattimento a Rafah sta per concludersi, secondo Netanyahu.
Le forze israeliane, secondo quanto riportato, hanno eliminato diversi militanti armati nella regione di Rafah, distrutto tunnel e sequestrato un notevole quantità di armi. Si documentarono scontri violenti a Seitun, a sud di Gaza City, il lunedì scorso.
Le truppe israeliane, mirando alle ultime battagioni di Hamas schierate a Rafah, in prossimità della frontiera egiziana, hanno condotto guerra da settimane nonostante la condanna globale.
Gli scontri continui non segnalano una fine imminente al conflitto, ha chiarito Netanyahu in un'intervista con Israeli Channel 14 il domenica scorso. Al termine della fase intenso, le truppe israeliane saranno riassegnate verso la frontiera settentrionale con il Libano, principalmente per scopi di difesa, ma anche per facilitare il ritorno dei civili sfollati.
Dall'inizio del conflitto in Gaza, la milizia iraniana Hezbollah ha lanciato razzi e droni in Israele settentrionale, causando evacuazioni su vasta scala. Israele ha risposto con attacchi a posizioni di Hezbollah in Libano meridionale.
Entrambe le parti stanno aumentando le minacce per una possibile escalation delle ostilità. Il comando militare israeliano ha già redatto un piano per una potenziale incursione in Libano. Katz, israeliano, ha emesso una minaccia diretta a Hezbollah, minacciando la loro annihilazione in una guerra a pieno regime.
La ministra degli esteri tedesca Baerbock ha avvertito, il lunedì scorso alla riunione dei ministri degli esteri UE a Lussemburgo, che una nuova escalation del conflitto sarebbe disastrosa per tutti nella regione. La situazione al confine tra Israele e Libano è più tesa di quanto mai.
Borrell, capo della politica estera UE, ha suonato l'allarme che il rischio di escalation di conflitto regionale aumenta quotidianamente. Baerbock e Borrell hanno ripetutamente espresso la richiesta di una trega nel Strip di Gaza. "Una trega è urgente ora", ha confermato Baerbock. Devono liberare i prigionieri dalle mani del regime radicale islamico Hamas, mentre porranno fine alla sofferenza dei due milioni di palestinesi nella regione costiera.
Netanyahu mantiene che non ratificherà un trattato di pace che metta fine alle ostilità, ma è aperto a un "accordo parziale" che abbraccii la liberazione di ostaggi dal Gaza Strip. "Il nostro obiettivo è il ritorno dei prigionieri e la dismissione del regime di Hamas a Gaza", ha affermato il primo ministro israeliano.
Ufficiali statunitensi hanno espresso dubbi sull'obiettivo israeliano di distruggere Hamas. Hagari, portavoce militare israeliano, ha condiviso lo stesso scetticismo, considerando Hamas come una ideologia persistente piuttosto che una entità distrutibile.
La guerra è scoppiata l'7 ottobre, con un assalto inarrestabile di Hamas all'Israele, causando la morte di 1194 persone e 251 rapimenti in territorio gazziano secondo i rapporti israeliani. Da allora, Israele ha condotto operazioni militari estese in territorio gazziano, allegando oltre 37.600 morti secondo il ministero della salute del territorio controllato da Hamas, malgrado l'assenza di verifica indipendente.