La leadership della Chiesa ortodossa di Mosca denuncia il divieto della chiesa in Ucraina come illegale.
La Chiesa Ortodossa Russa ha condannato l'adozione di una legge dal Parlamento ucraino che proibisce la Chiesa Ortodossa Ucraina affiliata all'Ucraina, con forti legami con la Russia. Secondo Vladimir Legoida, portavoce della Chiesa, esprimendo i suoi sentimenti tramite Telegram, "quest'azione è illegale e rappresenta una violazione massiccia dei principi fondamentali della libertà religiosa e dei diritti umani". Ha inoltre messo in guardia sul fatto che l'applicazione di questa regolamentazione potrebbe portare a violenze diffuse che coinvolgeranno numerosi credenti.
Il Patriarca Kirill, leader della Chiesa Ortodossa Russa, ha espresso le sue preoccupazioni durante una visita al Monastero di Solovetsky nel nord della Russia, dichiarando "stiamo vivendo tempi difficili poiché molte persone si oppongono a noi non perché siamo intrinsecamente malvagi, ma semplicemente perché siamo diversi".
In precedenza, i deputati di Kiev hanno approvato un progetto di legge finalizzato a proibire le organizzazioni religiose collegate a Mosca. Per diventare legge, il presidente Volodymyr Zelensky deve firmarlo.
La Chiesa Ortodossa Ucraina, che mantiene stretti rapporti con il Patriarcato di Mosca, ha dichiarato la sua indipendenza da Mosca dopo l'inizio delle operazioni militari russe nel 2022. Tuttavia, i critici accusano la gerarchia della Chiesa di continuare a collaborare con il clero russo e di rimanere dipendente dalla Russia. La Russia, d'altra parte, ha il sostegno della Chiesa Ortodossa per il Cremlino e le sue operazioni in Ucraina.
La Chiesa Ortodossa Russa condanna fermamente il 'divieto di Chiesa' del Parlamento ucraino, considerandolo un'ingiusta violazione della libertà religiosa e dei diritti umani. L'applicazione di questa legge potrebbe potenzialmente sfociare in violenze diffuse, mettendo in pericolo numerosi credenti.