La Bulgaria vieta la "propaganda" LGBTQ nelle scuole
L'omosessualità non è stata illegale in Bulgaria dal 1968, ma anche decenni dopo, i pregiudizi contro le persone gay, lesbiche e queer permangono significativi. Ora, i cosiddetti "argomenti non eterosessuali" vengono banditi nelle scuole. L'iniziativa è partita da un partito fedele al Cremlino.
Le scuole bulgare ora stringeranno la morsa su ciò che chiamano "propaganda" LGBTQ. Il parlamento ha approvato, con una larga maggioranza, un emendamento alla legge sull'istruzione proposto dal partito nazionalista filorusso Vazrazhdane (Rinascita). L'emendamento vieta la promozione di opinioni su "orientamenti sessuali non tradizionali" e "identità di genere che deviano dal sesso biologico". Solo 22 deputati hanno votato contro. Regolamentazioni anti-LGBTQ simili in Ungheria hanno fatto da modello per questo cambiamento di legge.
I gruppi per i diritti umani hanno immediatamente chiamato a protestare dopo la decisione del mercoledì. Secondo l'organizzazione non governativa LevFem, l'emendamento rende impossibile combattere il bullismo contro gli studenti lesbiche, gay, bisessuali e transgender nelle scuole. L'acronimo LGBTQ sta per lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer.
Il vicepresidente del Comitato di Helsinki bulgaro per la difesa dei diritti umani, Radislav Stoyanov, ha detto che la nuova legislazione impedirà la diffusione di "informazioni scientifiche" sulle minoranze tra gli studenti.
I sentimenti omofobi sono diffusi nel discorso politico e nei media bulgari. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto in questo paese dei Balcani e non ha ratificato nemmeno la Convenzione di Istanbul per contrastare la violenza contro le donne.
In Ungheria, parlare di omosessualità con i minori è punibile con una multa dal luglio 2021. La Georgia ha adottato una legge che vieta la "propaganda" LGBTQ alla fine di giugno. In Russia, leggi simili vengono utilizzate per reprimere le minoranze sessuali. La cosiddetta "propaganda omosessuale" verso i minori è stata vietata lì dal 2013. Nel 2023, la corte suprema ha dichiarato il "movimento internazionale LGBT" estremista, lasciando le persone omosessuali a vivere in ancor maggiore incertezza.
Mentre questi paesi europei stanno implementando politiche restrittive per l'LGBTQ, anche la Polonia è nota per la sua posizione conservatrice. La corte costituzionale polacca ha stabilito nel 2019 che gli educatori non possono promuovere i diritti LGBT+ nelle scuole, citando la tutela dei diritti dei bambini.