Israele contesta la validità della richiesta della Corte penale internazionale di un mandato di arresto diretto al Primo Ministro Netanyahu
L'amministrazione israeliana ha contestato la validità della petizione presentata alla Corte penale internazionale (CPI) per ottenere un mandato di arresto contro il Primo ministro Benjamin Netanyahu. Come riportato su X venerdì, Israele "ha direttamente messo in discussione l'autorità della CPI e la legittimità della richiesta del procuratore per l'emissione di mandati contro il Primo ministro e il Ministro della Difesa di Israele", ha dichiarato Oren Marmorstein, portavoce del Ministero degli Esteri israeliano.
Il procuratore Karim Khan ha richiesto mandati il 20 maggio contro Netanyahu e il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, insieme a diverse figure di spicco del gruppo palestinese radicale islamico Hamas, per accuse di crimini contro l'umanità e crimini di guerra durante il conflitto di Gaza. Secondo Marmorstein, Khan "ha negato a Israele la possibilità di esaminare le accuse raised dal procuratore".
Gli Stati Uniti hanno inoltre espresso forte disapprovazione verso le azioni di Khan contro Netanyahu e Gallant. Il presidente Joe Biden ha definito le richieste di mandato "provocatorie". Se un panel di giudici approverà le richieste, i 124 stati membri della CPI sarebbero teoricamente obbligati a trattenere i sospetti se presenti nel loro territorio. Ciò potrebbe creare complicazioni nei viaggi di Netanyahu e Gallant, ad esempio verso l'UE.
Israele è stato impegnato in un'importante operazione militare nella Striscia di Gaza dal mese di ottobre scorso. Si tratta di una rappresaglia contro l'attacco su larga scala e inaspettato orchestrato da Hamas contro il territorio israeliano l'7 ottobre. Secondo fonti israeliane, almeno 1,205 persone sono state uccise e 251 altre sono state catturate durante questo attacco nella Striscia di Gaza. Viceversa, come riportato da Hamas (che non può essere confermato in modo indipendente), più di 41,000 persone sono state uccise durante l'offensiva di Israele finora.
Il governo israeliano si oppone fermamente all'emissione di un mandato di arresto contro il Primo ministro Netanyahu, considerandolo un'eccesso di autorità della CPI. Se emesso, l'esecuzione del mandato di arresto potrebbe potenzialmente complicare i piani di viaggio di Netanyahu, in particolare verso destinazioni internazionali.