In un nuovo sviluppo, il secondo ex ufficiale collegato all'incidente che ha portato alla morte di Tyre Nichols ha deciso di cambiare la sua dichiarazione di colpevolezza.
In precedenza, l'ex-agente di polizia di Memphis Emmitt Martin III si è rifiutato di ammettere la colpa in relazione alla morte di Nichols, un uomo afroamericano di 29 anni che ha subito un grave attacco fisico da parte degli agenti di polizia di Memphis dopo un controllo del traffico nel gennaio 2023.
Nell'undicesimo mese, Desmond Mills Jr., ex-agente di polizia di Memphis, ha accettato di ammettere la colpa come parte di un accordo completo, risolvendo sia le accuse statali che federali che gli erano state mosse a causa del suo coinvolgimento nella morte di Nichols.
Mills Jr., 33 anni, ha confessato due dei quattro capi d'imputazione federali di cui era accusato, come riferito dall'Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Ovest del Tennessee. Ha anche acconsentito a confessare i capi d'imputazione del tribunale statale relativi alla morte di Nichols in una prossima udienza, secondo quanto riferito dal procuratore distrettuale della contea di Shelby.
Mills e Martin erano tra i cinque agenti accusati. I restanti tre, Tadarrius Bean, Demetrius Haley e Justin Smith, non hanno ancora affrontato il processo.
Un'udienza per il cambio di plea di Martin è stata fissata per venerdì alle 3 p.m. ET, secondo un atto depositato presso il tribunale federale del Distretto Ovest del Tennessee. Non è chiaro se Martin intenda modificare la sua plea nel suo caso statale.
CNN ha cercato un commento dall'avvocato di Martin ma non ha ancora ricevuto risposta.
L'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Shelby è a conoscenza del previsto cambio di plea di Martin, ha confermato Erica Williams, portavoce dell'ufficio del procuratore distrettuale. "Abbiamo collaborato con le autorità federali per tutto il processo", ha dichiarato Williams a CNN.
La brutale aggressione di Nichols da parte degli agenti di polizia di Memphis ha scatenato nuove proteste, incentrate sul trattamento ingiusto dei neri da parte delle forze dell'ordine in America. Nichols ha dovuto essere ricoverato in ospedale dopo l'incontro e purtroppo è morto tre giorni dopo a causa di traumi cranici causati da forza bruta. La sua autopsia ha rivelato lacerazioni e rotture cerebrali, nonché ecchimosi diffuse sul corpo, comprese quelle al collo e al torace. La sua morte è stata ufficialmente classificata come omicidio.
Un'indagine interna condotta dalla polizia di Memphis ha portato all'identificazione e al licenziamento di cinque agenti coinvolti nel controllo del traffico per violazione di diverse politiche del dipartimento, tra cui l'uso eccessivo della forza, il mancato intervento e la negligenza nei doveri di assistenza, come riconosciuto dal dipartimento di polizia in un comunicato stampa.