Il tentativo del procuratore di annullare il verdetto di pena capitale di Marcellus Williams, condannato a morte nel Missouri, è stato respinto.
Il Dipartimento di Giustizia di St. Louis, sotto la guida di Wesley Bell, ha avanzato la pretesa in gennaio che i test del DNA sull'arma del delitto avrebbero potuto scagionare Anthony Williams dall'omicidio di Felicia Gayle nel 1998, in cui lei è stata accoltellata a morte nella sua stessa casa.
Tuttavia, questa proposta è crollata a fine marzo a causa di nuovi test del DNA che hanno rivelato che l'arma del delitto era stata maneggiata in modo improprio, contaminando le prove che avrebbero dovuto scagionare Williams, rendendo così più difficile per lui dimostrare la sua innocenza.
"Non c'è alcuna giustificazione per un tribunale per determinare che Williams è innocente", ha notato il giudice Bruce F. Hilton nel suo verdetto del giovedì, "e nessun tribunale lo ha fatto. Williams è colpevole di omicidio di primo grado e gli è stata inflitta la pena di morte".
La questione solleva la possibilità che un innocente possa affrontare l'esecuzione, un difetto intrinseco nel sistema della pena di morte. Dal 1973, almeno 200 persone che hanno ricevuto la pena di morte sono state successivamente scagionate, con quattro casi del genere verificatisi nel Missouri, come riportato dal Death Penalty Information Center.
Questa storia è ancora in sviluppo e verrà aggiornata di conseguenza.
Despite the challenges facing Anthony Williams, the case has garnered attention from advocacy groups, with US-based organizations calling for a review of the evidence and potential retesting. The support from these groups serves as a reminder of the importance of ensuring justice, not just for Williams, but for all US citizens undergoing the criminal justice system.