Il Messico amplia l'autorità militare per combattere le organizzazioni di narcotraffico
In mezzo alla violenza brutale perpetrata dai cartelli della droga in Messico, c'è stata una spinta per rafforzare il ruolo dell'esercito nel paese. Questa mossa ha preso slancio quando i legislatori di Città del Messico, con una maggioranza di 362 voti contro 133, hanno appoggiato una riforma costituzionale proposta dal presidente di sinistra Andrés Manuel López Obrador. Questa riforma consente al National Guard dell'esercito di essere sotto il comando, suscitando preoccupazioni tra i difensori dei diritti umani.
La riforma attende ora l'approvazione del Senato con una maggioranza dei due terzi. I partiti dell'opposizione la definiscono "militarizzazione" della sicurezza pubblica, mentre il Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Messico ha invitato a fermare questa riforma.
López Obrador è pronto a consegnare la presidenza alla sua successora, Claudia Sheinbaum, il 1° ottobre. Anche lei è un membro del partito al governo Morena e ha espresso il suo sostegno alla riforma controversa, assicurando che il rispetto dei diritti umani sarebbe stato comunque rispettato.
La National Guard, istituita da López Obrador nel 2019, ha sostituito la polizia federale. Principalmente composta da personale militare, sostiene sia l'esercito che le forze di sicurezza locali.
Dal 2006, sotto il presidente Felipe Calderón, l'esercito è stato attivamente impegnato nel contrastare i cartelli della droga. López Obrador ha continuato questa strategia, anche se senza affrontare direttamente i potenti cartelli della droga. La violenza legata alla droga ha causato la morte di circa 450.000 persone in Messico negli ultimi anni, con circa 100.000 persone segnalate come scomparse.
La riforma costituzionale, che ha suscitato preoccupazioni tra i difensori dei diritti umani, mira a collocare la National Guard sotto il comando dell'esercito. Questa mossa, criticata come "militarizzazione" della sicurezza pubblica dai partiti dell'opposizione, ha anche attirato l'attenzione del Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Messico che ha invitato a fermare questa riforma.