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Casa di un orologiaio demolita illegalmente: interrotto il processo

La demolizione illegale della casa dell'orologiaio di Monaco ha suscitato grande indignazione. Ora il processo di appello si è concluso, almeno per il momento. Ma per il principale responsabile la questione non è ancora chiusa.

I fascicoli giacciono sul tavolo prima di un processo in un tribunale distrettuale..aussiedlerbote.de
I fascicoli giacciono sul tavolo prima di un processo in un tribunale distrettuale..aussiedlerbote.de

Casa di un orologiaio demolita illegalmente: interrotto il processo

In seguito alla demolizione illegale della casa dell'orologiaio di Monaco di Baviera, tutelata dalla legge, il procedimento di appello contro il principale responsabile è stato interrotto in cambio del pagamento di una multa. L'acquirente della casa dovrà pagare 100.000 euro a favore della Fondazione per la protezione dei monumenti e dell'erario. Un imprenditore edile, anch'egli accusato, ha ritirato il suo ricorso. "Il tribunale di Monaco I ha annunciato venerdì che il procedimento è provvisoriamente chiuso e che le ulteriori date previste per l'udienza principale sono state cancellate".

Tuttavia, il tribunale ha sottolineato che l'interruzione del procedimento riguarda esclusivamente il procedimento penale. A prescindere da ciò, il Tribunale amministrativo bavarese aveva ampiamente confermato l'ordine della capitale di restaurare la casa dell'orologiaio nella sua sentenza d'appello.

L'edificio, classificato come monumento storico, è da anni fonte di preoccupazione per i residenti, gli ambientalisti e i politici. Fa parte dell'insieme Feldmüllersiedlung nel quartiere di Giesing, costruito tra il 1840 e il 1845. È stato distrutto con una ruspa nell'autunno del 2017.

Nel luglio 2022, il tribunale distrettuale di Monaco ha condannato l'acquirente della casa dell'orologiaio a una multa di 132.500 euro per danni penali alla proprietà e coercizione. L'appaltatore dell'edificio è stato condannato a una multa di 4.400 euro per favoreggiamento di danni penali alla proprietà.

Il tribunale ha ritenuto provato che l'acquirente avesse incaricato l'imprenditore edile di distruggere deliberatamente la casa con un escavatore per poterla poi demolire. Secondo il tribunale, aveva anche sfrattato gli inquilini chiudendo l'acqua, staccando l'elettricità, scardinando la porta d'ingresso e rimuovendo le tegole del tetto per far piovere all'interno. Sia i due imputati che l'ufficio del pubblico ministero hanno presentato ricorso contro la sentenza.

Fontewww.dpa.com

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