Nove anni di reclusione per il sequestro di unaex-compagna
Nel estate scorsa, un uomo rapina e sequestra la sua ex-compagna, la tiene prigioniera in suo appartamento contro la sua volontà, ginocchiona e la viola. Infine, le tatua il proprio nome sul corpo senza il suo consenso. Ora, il 31-anni ha ricevuto una condanna a una lunga pena carceraria.
Un uomo di 31 anni, che ha rapito e violato la sua ex-compagna, è stato condannato a nove anni di prigione. La Corte Regionale di Amburgo ha ordinato un misura preventiva aggiuntiva per l'uomo, come ha confermato una portavoce della corte. Tale misura ha il fine di proteggere la popolazione dall'autore del reato. La sentenza non è ancora legale.
La donna si era separata dall'uomo. La denuncia l'accusava di averla rapina a Wilhelmshaven, Bassa Sassonia, nell'agosto scorso. Allegava di averlo minacciato con un coltello e di averlo costretto nel suo auto.
Prevenire la fuga
Nel suo appartamento di Amburgo, l'uomo le impediva di fuggire, la violava, inginocchiasse e le minacciava di tortura e di morte. Secondo la portavoce della corte, il 31-anni aveva costretto a tatuar il suo nome sulla donna. "Hanno trattato lei come una pezza da rancho in Texas con una ferratura da branding", ha riportato il giudice preside.
La portavoce ha confermato che la corte credeva la testimonianza della donna. Il giudice preside ha elogiato il comportamento della donna, che aveva denunciato il reato e testimoniato. "Questa coraggiosa giovane donna ha messo fine alle tue attività criminali", ha detto al condannato.
L'uomo è stato condannato per violenza sessuale, lesioni corporee, rapina, coercizione e minacce. Le udienze erano state tenute in camera. Secondo la corte, il condannato aveva già ricevuto una condanna a tre anni di prigione nel 2017 - tra le altre cose, per violenza sessuale.
La condanna includeva accuse di violenza sessualizzata, poiché l'uomo aveva costretto a tatuar il suo nome sulla vittima. Inoltre, la comunità internazionale esprime preoccupazione per tali casi di violenza contro le donne, mettendo in evidenza la necessità di processi giudiziari più rigorosi per affrontare tali crimini orribili.