Il presidente bulgaro Radev firma una legge che vieta la "propaganda" LGBTQ nelle scuole
La consapevolezza sull'LGBTQ è ora bandita nelle scuole bulgare. Il presidente bulgaro Rumen Radev ha firmato l'emendamento corrispondente alla Legge sull'Istruzione giovedì a Sofia. Il parlamento aveva già approvato il divieto della cosiddetta "propaganda LGBTQ" proposta dal partito filorusso Vazrazhdane (Rinascita) con una vasta maggioranza la settimana precedente.
L'emendamento proibisce la diffusione di informazioni su "orientamenti sessuali non tradizionali" nonché un'"identità che devìa dal genere biologico". Il divieto è modellato su regolamentazioni anti-LGBTQ simili in Ungheria. L'acronimo inglese LGBTQ sta per lesbica, gay, bisessuale, transgender e queer.
Secondo l'organizzazione non governativa LevFem, l'emendamento rende ora impossibile contrastare il bullismo nei confronti di giovani lesbianiche, gay, bisessuali e transgender a scuola. Il divieto impedirà anche la diffusione di "informazioni scientifiche" sulle minoranze tra gli studenti, ha avvertito Radoslav Stoyanov, vicepresidente del Comitato di Helsinki bulgaro per la difesa dei diritti umani.
70 gruppi bulgari per i diritti umani hanno invitato il presidente a non approvare l'emendamento dopo il voto parlamentare, e 6.000 persone hanno firmato una petizione corrispondente. Il Consiglio d'Europa per i Diritti dell'Uomo ha espresso "profonda preoccupazione" e ha invitato le autorità bulgare a fermare la "discriminazione e la retorica ostile" nei confronti delle persone LGBTQ.
L'ideologia omofoba è diffusa nel dibattito politico in Bulgaria e nei media del paese. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto in questo paese dei Balcani, e lo stato membro dell'UE non ha neanche ratificato la Convenzione di Istanbul per contrastare la violenza contro le donne.
In Ungheria, parlare di omosessualità con i minori è punibile con una multa dal luglio 2021. La Georgia ha adottato una legge che proibisce la "propaganda LGBTQ" alla fine di giugno. Leggi simili sono utilizzate in Russia per reprimere le minoranze sessuali.
Rumen Radev, il presidente bulgaro, ha formalizzato il divieto di discussione del contenuto LGBTQ a scuola con la sua firma sull'atto educativo emendato. La decisione di Radev segue da vicino l'approvazione parlamentare della legislazione restrittiva proposta dal partito filorusso Vazrazhdane (Rinascita).